mercoledì 6 marzo 2013

Cucina KM 0: Il buon cibo locale e di stagione è più fresco ed economico


Vino australiano, prugne californiane, carne argentina: l’offerta di cibi dal mondo per deliziare il palato è vastissima.

Purtroppo anche i comportamenti alimentari rappresentano un fattore di inquinamento e incidono sull’aumento dei consumi energetici.

L’acquisto di prodotti provenienti da paesi esteri, o fuori stagione, contribuisce all’aumento delle emissioni di gas inquinanti dovuti al trasporto delle merci su lunghe distanze. Preferire cibi a “km 0”,
ossia a filiera corta, prodotti in aree limitrofe a quelle della distribuzione e consumo, rappresenta un comportamento alimentare virtuoso e responsabile orientato alla sostenibilità ambientale.

I prodotti alimentari nostrani vantano un’ottima qualità: dai vini doc e igt alle storiche e rinomate razze bovine come la Chianina, alla produzione ortofrutticola che conosce il primato in Europa per quantità, varietà e sanità.

Il consumo di prodotti locali e di stagione garantisce un risparmio economico all’acquisto e una maggiore freschezza.
La scelta di cibi a km 0 inoltre consente di ridurre l’utilizzo di imballaggi per il trasporto, incidendo di conseguenza sulla produzione di rifiuti. I prodotti che affrontano lunghi percorsi prima di giungere sulle nostre tavole sono sottoposti a trattamenti di conservazione industriali che ne alterano le proprietà nutrizionali. Inoltre il rischio di interruzioni della catena del freddo causate da molteplici passaggi inficia la sicurezza sanitaria dei prodotti.

L’elevato utilizzo di carne nelle catene di fast food richiede un costante aumento di produzione degli allevamenti causando un’espansione dei pascoli destinati al bestiame e una conseguente deforestazione e distruzione di colture preesistenti, minando l’equilibrio ambientale di vaste aree geografiche.

Allo stesso modo la grande distribuzione, richiedendo elevate produzioni, consente l’impiego di dannosi agenti chimici nelle colture e negli allevamenti, che inficiano la qualità dei cibi, e si avvale di una vasta rete di collegamenti contribuendo all’aumento dell’inquinamento.

La preferenza dei consumatori dovrebbe quindi essere accordata a cibi provenienti da colture, allevamenti e aziende produttrici locali, o perlomeno italiane.

Gli alimenti a km 0 sono spesso sinonimo di cibo biologico, che garantisce sapori autentici e naturali, inalterate proprietà organolettiche dei prodotti, una maggiore sicurezza per la salute dei consumatori
e una produzione rispettosa dell’ambiente.

Nessun commento:

Posta un commento