giovedì 8 novembre 2012

Una grande cucina a cielo aperto con piatti da tutte le regioni

La Fiera di San Martino porta in scena i colori e i profumi delle specialità gastronomiche autunnali.

Ricco e vario è il menu proposto dalle cucine degli stand ospitati nel centro del paese. In piazza Ganganelli si gustano i caldi piatti della tradizione all’Osteria Romagnola e i fumanti spiedi del Girarrosto.



Due le osterie che propongono i piatti tipici romagnoli: lo stand del Farneto, con piatti a base di asino, e l’Artusi di Strada, con specialità artusiane al cartoccio.

La polenta si trova all’Osteria dei Mulini, nella piazzetta del Lavatoio, ma è la piadina, meglio se con salsiccia e cipolle, la vera regina della festa, offerta da diversi stand, in particolare in piazza Marconi, dall’Osteria di San Martino. In piazza Marini si gustano invece castagne, spianate, fritti al cartoccio, bomboloni e crostini toscani.

L’Arena del Parco della Fiera ospita quest’anno una gradita novità: La Terra del Fuoco, stand gestito da Marco Migani, il maestro riminese de Le Carni. Qui si consuma l’insolito e goloso connubio tra asado argentino e carni romagnole: polli cotti alla brace, braciole e spiedini di mora romagnola. Completano il menu la trippa e i fagioli con le cotiche.

La fiera è anche un luogo ricco di sorprese, dove si possono scoprire piatti di altre terre, vicine e lontane. Si potranno assaporare in vari punti della festa le gauffres del Belgio, i wusterl tirolesi, le cantarelle di una volta, le grigliate toscane, la birra artigianale veneta, i ceci alla brace, il porceddu e i malloreddus sardi. I veri golosi troveranno alla Sca-Luveria, sulla gradinata di via Saffi, leccornie d’ogni tipo, tra cui i dolci alle castagne di Marradi.

Non mancheranno caldarroste e cagnina a siglare il connubio perfetto di sapori e profumi d’autunno. Pronta da bere a pochi mesi dalla vendemmia dopo un rapidissimo passaggio in botte, la cagnina è perfetta se bevuta fresca a 12-14°C, stappata al momento.

La Cagnina di Romagna, vino Doc la cui produzione è consentita nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna, si ottiene esclusivamente dal vitigno Refosco, per almeno l’85%, e restanti uve sempre a bacca nera. Il modo migliore per gustarne appieno le sue caratteristiche è quello di accostarla a dolci e pasticceria secca e da forno, torte e crostate di frutta e naturalmente caldarroste.

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